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Gemellaggio

Buonasera,
vorrei presentare un progetto: gemellaggio tra un comune del Nord Italia, Costa Volpino e una cittadina giapponese, Fujisawa.
Le due città sono molto diverse in grandezza, caratteristiche, economia ecc ecc e volevo capire se può passare un progetto di questo tipo in cui ogni cittadina valorizza i suoi punti forza mettendoli a disposizione dell’altra affinchè possa migliorare i suoi skills…
Questo progetto sarebbe un consolidamento dei rapporti, pressochè di scambio scolastico, che già sono stati avviati negli anni scorsi…
Punterebbe alla valorizzazione della diversità sottolineando quanto sia importante l’integrazione e l’intento sarebbe quello di mostrare quali sono le differenze culturale, sociali ecc, vedendo il tutto in chiave positiva.
Potrebbe essere interessante anche sviluppare la tematica della smart city (Fujisawa) o organizzare degli eventi turistici culturali, rafforzando anche quelli che sono gli scambi già in atto tra le scuole…
Vorrei gentilmente avere dei suggerimenti al riguardo e dei consigli per capire se l’idea può essere valida e se in una seconda fase si possa davvero presentare il progetto..
Vi ringrazio.

 

Gentile corsista, in linea generale per rilasciare il Master in Europrogettazione non accettiamo semplici progetti di gemellaggio. La settimana trascorsa insieme e i sei/dodici mesi di lavoro che avete davanti presuppongono qualcosa di più di un progetto di gemellaggio alla base dello sforzo di progettazione. Un Horizon 2020, un Justice, un LIFE, un progetto COSME sul turismo come un Erasmus Plus KA2 presuppongono tutti un esame attento di problemi, poste in gioco, politiche comunitarie da considerare e soluzioni innovative da fornire. Il budget poi lo si vorrebbe completo, sfaccettato nelle varie budget lines e in grado di essere solidamente strutturato, e non forfetario e standard sulla base di un numero di mobilità. Abbiamo avuto tanti corsisti che dopo aver vinto un gemellaggio si sono resi conto di dover ancora apprendere le metodologie di progettazione necessarie per cimentarsi in progetti diretti nettamente più impegnativi.

Senza considerare che un progetto di  gemellaggio si  è normalmente in grado di affrontarlo anche senza aver prima seguito un impegnativo percorso di formazione come il nostro.

A meno che la vostra idea di gemellaggio non sia il punto di partenza per studiare un progetto più ambiziosoda sottoporre però esso stesso alla valutazione, non vediamo possibile, almeno ai fini del conseguimento del Master, proseguire su questa strada.

Cordialmente

 

helpdesk

Prospetto difficoltà redazionale

Cinzia – Davide – Simona

Una scala nelle difficoltà dei programmi

Buongiorno.
Ci sono criteri di massima per definire la difficoltà redazionale di un programma – e ovviamente dei bandi ad esso connessi – piuttosto che un altro (ad esempio LLP rispetto Grundtvig…)?
Perché ci sarebbe molto utile un prospetto suddiviso in difficoltà bassa/medio/alta per capire su cosa orientarsi o meno in questa fase iniziale.
Ad esempio avevate detto che Life è complesso mentre i gemellaggi sono considerati estremamente facili…
In attesa di un gentile riscontro porgiamo cordiali saluti.

 

Gentili corsisti,

in una fase in cui assistiamo al passaggio fra una programmazione e l’altra, con il varo dei programmi 2014-2020, non possiamo certo stilare una classifica relativa alla “difficoltà” che si incontra nella redazione di progetti afferenti a programmi che hanno ora subito forti rimodulazioni, semplificazioni e fusioni.
In linea di massima, tuttavia, è ovvio che progetti di piccola scala come i gemellaggi, o molti progetti gioventù, così come i più piccoli progetti di mobilità (come il vecchio Leonardo PLM) sono da considerare assai più abbordabili per un progettista alle prime armi.
Quando passiamo dalle mobilità e gemellaggi a dei progetti di rete, con partenariati transnazionali complessi e/o incentrati su temi innovativi, la difficoltà cresce radicalmente, fino a toccare la massima complessità nei grandi programmi di cooperazione territoriale, EuropeAid e di Ricerca. E’ intuitivo che più cresca il budget, più mediamente crescerà la difficoltà, ma non si tratta assolutamente del solo criterio attraverso il quale orientarsi.

Le domande che dovrete porvi sono:
1) il bilancio tipo del progetto, supera i 25.000 euro circa ? al di sotto, un progetto non sarà mai complesso.
2) il bilancio del progetto-tipo è basato su quote forfetarie rispondenti al numero delle mobilità? se sì, il progetto non sarà molto complesso.
3) il progetto ha per oggetto solo la mobilità di giovani e/o lavoratori? Questo è spesso un altro indice di non eccessiva difficoltà.

Elementi che invece vi faranno pensare a una maggiore complessità sono:
1) budget superiore ai 50-75.000 euro, non forfetario
2) logica di progetto incentrata su buone prassi e/o azioni innovative da studiare, integrare, trasferire, disseminare
3) metodi da sviluppare, testare, riformulare, disseminare

Di ancora maggiore complessità saranno indicatori elementi come (a puro titolo di esempio):
1) ricerca scientifica e tecnologica, dimostrazione
2) mainstreaming, sostegno e attuazione di politiche transnazionali
3) progetti finalizzati alla penetrazione del mercato da parte di nuovi prodotti e tecnologie innovativi in linea con determinate politiche e priorità
4) progetti di cooperazione in Paesi Terzi

Parlare di LLP (che tra l’altro ora viene sostituito dal nuovo programma quadro 2014-2020) in relazione al LIFE è troppo generico.
Mentre il programma LIFE, pur diviso in sottoprogrammi, appare omogeneo nella sua media difficoltà, nel vecchio LLP andavamo dal quasi banale approccio per una visita preparatoria da un migliaio di euro, a un “facile” (ma nulla è scontato e la concorrenza è tanta!) Leonardo PLM, a un già più complesso Partnership, fino ai complessi progetti multilateral (Comenius, Grundtvig, KA3, ecc. ) di difficoltà spesso paragonabile ad un LIFE.

Il quadro potrebbe estendersi di molto, ma speriamo di aver reso l’idea.